Frasi, citazioni e aforismi sul cibo e la cucina -----------------------------------------------
Come si può governare un paese che
ha duecentoquarantasei varietà differenti di
formaggio?
(Charles de Gaulle)
Datemi un
buon coltello affilato e un buon formaggio da tagliare e io sarò un uomo felice.
(George RR Martin)
Il
formaggio completa una buona cena e integra una cattiva.
(Eugene Briffault)
Ogni
formaggio aspetta il suo cliente, si atteggia in modo d’attrarlo, con una
sostenutezza o granulosità un po’ altezzosa, o al contrario sciogliendosi in un
arrendevole abbandono.
(Italo Calvino)
Un fine
pasto senza formaggio è come una bella donna senza un occhio.
(Jean Anthelme Brillat-Savarin)
Il
formaggio costituisce, con il pane e il vino, la trinità della tavola europea.
(Michel Tournier)
Un
formaggio può deludere. Può essere noioso, ingenuo o troppo sofisticato. Eppure
resta il formaggio… la corsa del latte verso l’immortalità.
(Clifton Fadiman)
Il
formaggio è il frutto di una serie di conoscenze e tradizioni che è
interessantissimo approfondire. Potremmo imparare che non esiste solo il
Parmigiano Reggiano, per esempio, ma che ce ne sono di quasi infiniti, per prezzo
e qualità, da latte di razze diverse, allevate in un certo modo, con diverse
stagionature e di conseguenza diversi sapori e possibilità di utilizzo. E
questo soltanto per parlare di uno dei formaggi a latte crudo più comuni e
diffusi nelle nostre case.
(Carlo Bogliotti, Slow food)
Il
formaggio serve solo a rendere la lingua adatta ad assaporare il vino.
(Heinrich Von Kleist)
E’ una
cosa romantica dedicare voi stessi, i vostri soldi e il vostro tempo al
formaggio.”
(Anthony Bourdain)
Se i
vulcani dell’Auvergne si risvegliassero, si
perderebbero almeno una cinquantina di buoni formaggi. Incrocia le dita.
(Jean-Marie Gourio)
Et eravi una montagna tutta di formaggio Parmigiano
grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna
altra cosa facevan, che fare maccheroni e ravioli e
cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan
quindi giù, e chi più ne pigliava, più se n’aveva
(Giovanni Boccaccio, nel descrivere il Paese del Bengodi)
A fissare
con una fortissima lente d’ingrandimento la grana del parmigiano, essa si
rivela non soltanto come un’immutabile folla di granuli associati nell’essere
formaggio, ma addirittura come un panorama. E’ una foto aerea dell’Emilia presa
da un’altezza pari a quella del Padreterno
(Giovannino Guareschi)
Se avessi
un figlio in età da matrimonio, gli direi: “diffida di quelle donne che non
amano né il vino né i tartufi né i formaggi né la musica.
(Colette)
L’età non
conta, a meno che tu non sia un formaggio.
(Proverbio svizzero)
Il
formaggio per esser buono dovrebbe essere non troppo occhiuto, di buchi larghi,
non tanto vecchio, che pianga, non duro come la pietra, giallo come Lazzaro
resuscitato
(Scuola Salernitana)
“Il mio
formaggio, il mio vino, il mio pane”.
(Ulisse)
Mai
impegnarsi con un formaggio senza averlo prima esaminato.
(T.S Eliot)
Un buon
formaggio è sempre grasso ed è il grasso che da’ forza, sapore e aroma. Il
formaggio light sta al vero formaggio come una bambola gonfiabile sta a una
donna.
(Bay Allan)
Ma era
soprattutto sul banco che i formaggi si alzavano in pila. Lì, accanto ai pani
di burro da una libbra, si allargava, entro foglie di bietola, un enorme
formaggio d’Auvergne, come spaccato a colpi di scure,
poi un Chester color oro, un Gruyere, simile a una
ruota caduta da qualche carro barbarico; l’Olandese, rotondo come una testa
mozza imbrattata di sangue rappreso, e colla durezza d’un cranio vuoto, per cui
viene chiamato testa di morto. Il Parmigiano, tra quelle forme massicce di
pasta cotta, aggiungeva il suo sentore aromatico. Tre forme di Brie, su
tavolette tonde, avevano la mestizia di lune spente (…) Il Roquefort,
anche lui sotto campane di vetro, si dava arie principesche, mostrava la faccia
marmorea, grassa, con vene azzurre e gialle, come colpito da certe malattie
vergognose dei ricchi che mangian troppi tartufi; e lu accanto, in un piatto, i formaggini di capra, grossi
come il pugno d’un bambino, duri e grigiastri, rammentavano i ciottoli, che i
caproni fanno rotolar giù, nelle svolte dei sentieri sassosi. Qui cominciava la
vera puzza. Il cacio Mont d’or, di color giallo chiaro, mandava un odore
dolciastro; il formaggio di Troyers, grosso,
schiacciato sugli orli, di più forte acredine, aggiungeva un fetore di cantina
umida; il Camembert, una punta di selvaggina troppo frollata; il Neufchktel, il Limbourg, il Marolle, il Pont-l’pvrque, di
forma quadrata, ciascuno recava la sua nota acuta e particolare in quel
concerto d’odori pesante fino alla nausea; il Livarot,
dipinto di rosso, terribile al palato, come una zaffata di vapori di zolfo; poi
finalmente e sopra tutti gli altri, l’Olivet, avvolto
in foglie di noce, come quelle carogne che i contadini ricoprono di frasche, in
fondo a un campo, e che fumano al sole. Il caldo pomeriggio aveva reso molle i
caci; la muffa delle croste si scioglieva, lasciando una vernice color di rame
rosso e di verderame, simile a ferite mal rimarginate; sotto le foglie di
quercia un soffio sollevava la crosticina del cacio Olivet
che alitava col respiro lento e grosso d’un uomo addormentato; un’onda di vita aveva
bucato e invaso un Livarot, e in quella intaccatura
aveva partorito un popolo di vermicini. E dietro le
bilance, nella sua scatoletta, un formaggio Gpromp
aromatizzato all’anice mandava un Letore tale, che le
mosche giacevano fulminate attorno alla scatola, sul marmo rosso venato di
grigio.
(Emile Zola)
I poeti
sono sempre stati misteriosamente silenti sull’argomento formaggio.
(Gilbert K. Chesterton)
Si può
leggere su alcune confezioni dei formaggi “45% di materia grassa”. Sulle
copertine di certi romanzi si dovrebbe leggere: “1% materia grigia”.
(Andrè Birabeu)
Che cosa
ne è del buco una volta finito il formaggio?
(Bertold Brecht)
Nessun commento:
Posta un commento