Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940)
cantautore, compositore, scrittore e attore italiano
Consigli non né do proprio, se non uno: leggere, leggere, leggere.
La lettura è come un salvadanaio, oppure come il maiale. Il salvadanaio, se lo riempi,
al momento di romperlo ci trovi dentro qualcosa. Ugualmente il maiale, se lo
tratti bene, quando lo ammazzi è buono.
Bisognerebbe essere sempre un buon uomo di spettacolo,
quando si è giornalista, insegnante o cantautore. Trovare sempre il modo di
rendere la materia appetibile senza, per questo, scendere a compromessi,
svendendosi.
La poesia parte da dentro di sé. Fuori dalla finestra si
sta risvegliando il torrente dall’inverno. Ma anche i muri vecchi e sporchi di
una città, possono essere poetici, se negli occhi c'è poesia che guarda.
Ho scelto di vivere nelle montagne che mi hanno visto
bambino. E’ una vita profondamente diversa da quella della città. Meno caos,
rumori, velocità. Ma soprattutto ci si saluta, anche fra sconosciuti. Ognuno
qui ha la sua fetta di Appennino, un fiume, un monte, un bosco...
Il dialogo oggi è doveroso. Ho sostenuto convintamente
Bersani prima delle elezioni, durante le primarie, e lo sostengo in questo
sacrosanto tentativo di dialogo con il movimento di Beppe Grillo.
A perdere, se così si può dire, sono stati i nostri padri
che hanno fatto la guerra, si sono svegliati in un mondo completamente diverso
da quello che avevano conosciuto e che hanno stentato a capire fino alla fine
dei loro giorni. Noi, a conti fatti, siamo stati fortunati: abbiamo vissuto la
stagione della ricostruzione e del boom, poi, nel ’68, molte cose sono
cambiate, un po’ per i tempi e un po’ perché anche noi abbiamo forzato il corso
degli eventi. No, la nostra generazione non ha perso.
Giorgio, quando veniva a Bologna per uno spettacolo, lo
andavo a sentire sempre volentieri e, al termine dello serata, a tavola, ci
mettevamo a discutere di varia umanità. C’era grande sintonia. (Riferita a
Giorgio Gaber)
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