(341
a. c. - 271 a. c.)
Filosofo
dell'Antica Grecia
L’essere beato e immortale non ha affanni,
né ad altri ne arreca.
Per molti le ricchezze acquistate non
hanno rappresentato la fine, ma solo un mutamento delle loro miserie.
La morte non è niente per noi. Ciò che si
dissolve non ha più sensibilità e ciò che non ha sensibilità non è niente per
noi.
Vuoto è l'argomento del filosofo che non
dà sollievo all'umana sofferenza.
La stoltezza ha questo di proprio:
ricomincia sempre da capo la vita.
Il limite estremo della grandezza dei
piaceri è la rimozione di tutto il dolore.
Ciò che una volta presente non ci turba,
nell'attesa ci fa impazzire.
Non dura ininterrottamente il dolore della
carne; il suo culmine dura un tempo brevissimo.
Il divieto non significa necessariamente
astensione, ma la pratica sotto forma di trasgressione.
Non è possibile vivere felicemente senza
anche vivere saggiamente, bene e giustamente.
Nessun piacere è di per se stesso un male;
però i mezzi per procurarsi certi piaceri arrecano molti più tormenti che
piaceri.
Gli Dèi
esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale
è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.
Se la vista, la conversazione e lo stare
insieme vengono tolti, la passione d'amore s'estingue.
Ognuno lascia la vita come se l'avesse
cominciata allora.
Non abbiamo tanto bisogno dell'aiuto degli
amici, quanto della certezza del loro aiuto.
Se ci siamo noi la morte non c'è, quando
noi non ci siamo più non c'è più neanche la morte.
Niente basta a chi non basta ciò che è
sufficiente.
Non fingere di essere saggio, ma sii
saggio davvero: non abbiamo bisogno di apparire sani, ma di esserlo veramente.
L'amicizia percorre danzando la terra,
recando a noi tutti l'appello di aprire gli occhi sulla felicità.
La giustizia non esiste di per se, ma solo
nei rapporti reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto
circa il non recare ne ricevere danno.
L'ingiustizia non è di per se un male, ma
consiste nel timore che sorge dal sospetto di non poter sfuggire a coloro che
sono stati preposti a punirlo.
Di tutte le cose che la sapienza procura
in vista della vita felice, il bene più grande è l'acquisto dell'amicizia.
Il supremo frutto dell'autosufficienza è
la libertà.
Poca importanza ha la sorte per il saggio,
perché le cose più grandi e importanti sono governate dalla ragione, e cosi
continuano e continueranno ad essere per tutto il corso del tempo.
Nelle discussioni fatte per amore di se
stesse, colui che è vinto guadagna di più, perché egli impara di più.
Ingrata verso i beni passati è la parola
che dice: guarda la fine di una vita lunga.
La lode degli altri deve seguirci
spontaneamente; noi dobbiamo occuparci della cura di noi stessi.
Una vita frugale porta con se la purità;
colui che non se ne rende conto soffre lo stesso che colui che si abbandona ad
una vita smodata.
Non bisogna sciupare quello che si ha con il desiderio delle cose che mancano,
ma riflettere sul fatto che anche ciò che si ha era prima oggetto del
desiderio.
Anima piccola nella buona sorte si esalta,
nell’avversa si annulla.
Bisogna rendersi conto che le
argomentazioni lunghe e quelle brevi portano allo stesso fine.
Se ti opporrai a tutte le sensazioni, non
avrai più nemmeno criteri cui riferirti e perciò neanche modo di giudicare
quelle che tu dici essere errate.
Se ogni piacere si intensificasse nel suo
luogo e nella sua durata, e pervadesse tutto il nostro composto o le parti più
importanti del nostro essere, allora i piaceri non differirebbero gli uni dagli
altri.
Scacciamo per sempre da noi le cattive
abitudini come se fossero uomini malvagi che ci hanno nuociuto per molto tempo.
Non fare niente nella vita che ti farà
temere che il tuo vicino se ne accorga.
Non si deve invidiare nessuno; visto che i
buoni non meritano invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona
sorte più si rovinano.
La necessità è un male, ma non è
necessario vivere nella necessità.
Mai si è troppo giovani o troppo vecchi
per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del
benessere dell’animo nostro.
Meglio essere senza fortuna ma saggi che
fortunati e stolti.
L’uomo non è figlio del caso, sono le
circostanze le creature dell’uomo.
L’uomo sereno procura serenità a sé e agli
altri.
L’uomo d’animo sincero vive soprattutto
nella saggezza e nell’amicizia, l’una bene mortale, l’altra bene immortale.
La medesima persuasione che ci incoraggiò
a credere che nessun male è eterno o lungamente duraturo ci fa anche ritenere
che la sicurezza più grande che si attui nelle cose finite è quella
dell’amicizia.
I sogni non hanno natura divina né potenza
divinatoria, ma succedono a causa di immagini che ci hanno impressionati.
Il giusto è privo in assoluto di
turbamento, mentre l’ingiusto è ricolmo del turbamento più grande.
Il grido della carne è: non aver fame, non
aver sete, non aver freddo. Colui che abbia soddisfatto questi bisogni, o che
si aspetti di poterli soddisfare, può gareggiare in felicità anche con Zeus.
È una cosa stolta supplicare gli dei per
ottenere ciò che uno è in condizione di procurarsi da se stesso.
È nobile cosa la povertà accettata con
gioia.
Chi non si turba trova serenità verso se
stesso e verso gli altri.
Chi non ricorda il bene passato è vecchio
già oggi.
Ciascuno è maestro di se stesso e solo
dentro di se trova la ragione delle cose.
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