domenica 26 ottobre 2014

Aforismi sulla Morte







Il più terribile dei mali dunque, la morte, non è niente per noi, 
dal momento che, quando noi ci siamo, la morte non c’è, e quando 
essa sopravviene noi non siamo più. Essa non ha alcun significato 
né per i viventi né per i morti, perché per gli uni non è niente, 
e quanto agli altri, essi non sono più.
(Epicuro)

Tre persone possono custodire un segreto, se due di loro sono morte.
(Benjamin Franklin)
 
La morte può essere l’espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle.
(Napoleone)

Gli dei nascondono agli uomini la dolcezza della morte, affinché essi 
possano sopportare la vita.
(Lucano)

Chi vive sperando, muore digiuno.
(Benjamin Franklin)
 
Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando succede.
(Woody Allen)

L’uomo è un condannato a morte che ha la fortuna di ignorare la data 
della propria esecuzione.
(Roberto Gervaso)

Colui che si dà la morte è uno che ha incontrato il proprio boia 
e l’uccide.
(Dumas, figlio)

Una vita sprecata è una morte precoce.
(Wolfgang Goethe)

Al mondo di sicuro ci sono la morte e le tasse.
(B.Franklin)

Non v’è rimedio per la nascita e la morte salvo godersi l’intervallo.
(Arthur Schopenhauer)

La morte è dolce a chi la vita è amara.
(Tommaso Campanella)

Ho una gran voglia di vedere il mio funerale prima di morire.
(Maria Edgeworth)

La pallottola che mi ucciderà non è ancora stata forgiata.
(Napoleone)

Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.
(Italo Svevo)
 
Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri.
(Leone Tolstoj)

La verità siede sulle labbra degli uomini morenti.
(Arnold Matthew)

Il privilegio dei morti: non moriranno più.
(Gabriele D’Annunzio)

La vita dei morti sta nella memoria dei vivi.
(Cicerone)

Nella mia fine è il mio principio.
(Maria Stuarda)

Il pensiero della morte ci inganna, perché ci fa dimenticare di vivere.
(Vauvenargues)

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